Concerti e vaccini: cosa succede negli Stati Uniti

Martedì sera Wilco e Sleater-Kinney hanno suonato nello storico Red Rocks Amphiteater a Morrison, poco lontano da Denver, in Colorado: una delle location più belle e famose al mondo per i concerti, dove gli U2 hanno registrato il loro "Under a blood red sky". Era una delle prime date del loro tour congiunto "It's time", originariamente previsto per l'anno scorso, in platea c'erano 10mila persone: l'anfiteatro era pieno, nessuno aveva la mascherina. Il concerto è stato pure trasmesso in streaming, a pagamento.
Poche ore dopo, la band ha postato un messaggio: dalla data successiva del tour verrà richiesta prova di vaccinazione o di tampone negativo agli spettatori" "This decision was made with an abundance of caution", si legge, con una formula sempre più diffusa in questi giorni negli Stati Uniti, che segnala un netto cambiamento nelle politiche della musica live, con conseguenti polemiche: vaccinazioni obbligatorie e cancellazioni.
La stagione estiva dei concerti in U.S.A.
La stagione estiva dei concerti negli States era ricominciata in maniera quasi normale: qualche cautela iniziale, poi tour annunciati sia all'aperto che indoor, senza limitazioni. Però la variante Delta ha preso il sopravvento e le vaccinazioni - partite fortissimo - hanno rallentato: attualmente il dato è del paese è del 58,50 per cento della popolazione con almeno una dose (in Italia siamo oltre al 68%).
Nei giorni scorsi è stato Jason Isbell a rompere il muro: il suo promoter, Live Nation, ha dato facoltà ai singoli artisti di chiedere la vaccinazione obbligatoria per i suoi show, e l'artista è stato il primo a finire sui media nazionali. Tra ieri e oggi, oltre ai Wilco, altri nomi importanti hanno annunciato la stessa politica: i Dead & Co, la band dei membri dei Grateful Dead, uno dei tour più importanti dell'estate. E i Bleachers di Jack Antonoff, produttor di Taylor Swift. E lo stesso vale anche per alcuni organizzatori e rassegne, come il Summer Stage di New York, che riunisce i concerti a Central Park, Coney Island e Flushing Meadows. Commentatori e operatori parlano di una "landslide" di annunci attesi per i prossimi giorni.
La risposta di Jason Isbell
La scelta del cantautore ha generato una forte polemica, con almeno una venue che si è rifiutata di applicare le richieste - condivise con il promoter Live Nation. Isbell ha risposto così a Rolling Stone U.S.A.
Potremmo cancellare tutti gli spettacoli e andare a casa. Ma abbiamo preso questa decisione e continueremo a seguirla: nn scenderemo a compromessi oltre l'ammissione dietro test negativo. Penso che qualsiasi altra cosa sarebbe estremamente irresponsabile da parte nostra.
E ancora, sulla risposta dopo il primo concerto:
Non appena siamo saliti sul palco, abbiamo constatato dire l'eccitazione del pubblico, che era decisamente più a proprio agio. È stato uno dei migliori spettacoli che ho suonato, perché l'energia nella locale era davvero forte. Questa, per me, è la prova che avevamo preso la decisione giusta".
Le cancellazioni e i vaccini ai concerti
Non tutti, però, hanno seguito questa strada: c'è chi, come Stevie Nicks e Marc Cohn, ha scelto di annullare le rimanenti date estive, sempre con la solita formula, quella della "abundance of caution", del rispetto e della tutela di crew e pubblico. C'è anche una terza via: quella di offrire postazioni di vaccinazione agli show. L'ha fatto Kanye West per la presentazione di "Donda" allo stadio di Atlanta. Secondo i report, però, su 40.000 spettatori sono stati fatti 4 vaccini.